Robert Nesta Marley, in arte Bob Marley, è nato a Nine Mile, in Giamaica, il 6 febbraio 1945 da padre britannico, Norval Sinclair Marley (1885-1955) e madre giamaicana, Cedella Booker.
La sua carriera musicale iniziò nel 1961 con il singolo Judge No: questa canzone, anche se molto innovativa, non ebbe grande successo. Tre anni dopo, Bob decise di formare con Bunny Livingston e Peter Tosh la band "The Wailers", con cui suonò ovunque in giro per il mondo, diventando un'icona della musica reggae e non solo.
Un artista che è diventato simbolo di uno stile di vita ben preciso, morto troppo presto, a 36 anni, a causa di un melanoma al piede destro. Ecco alcune curiosità sull'indimenticabile Bob Marley
Robert Nesta Marley, in arte Bob Marley, è nato a Nine Mile, in Giamaica, il 6 febbraio 1945 da padre britannico, Norval Sinclair Marley (1885-1955) e madre giamaicana, Cedella Booker. La sua carriera musicale iniziò nel 1961 con il singolo Judge No: questa canzone, anche se molto innovativa, non ebbe grande successo. Tre anni dopo, Bob decise di formare con Bunny Livingston e Peter Tosh la band "The Wailers", con cui suonò ovunque in giro per il mondo, diventando un'icona della musica reggae e non solo. Marley è stato un artista unico, simbolo di uno stile di vita ben preciso, purtroppo morto troppo presto, a 36 anni, a causa di un melanoma al piede destro. Ecco alcune curiosità sull'indimenticabile Bob Marley.
Che ci crediate o no, da giovane Bob Marley aveva affinato le tecniche di divinazione e di chiromanzia. Tuttavia, quando si rese conto delle sue capacità, ne fu spaventato. Si dice che l'ultima predizione di Marley fosse relativa alla sua carriera artistica: il musicista infatti predisse che il suo destino sarebbe stato quello di diventare un cantante e da quel momento si rifiutò di leggere la mano per il resto della sua vita.
Nella vita di Bob Marley non c'era solo la musica. Il cantautore infatti amava giocare a calcio ed era un grandissimo fan del calciatore Osvaldo Ardiles. Quando Ardiles giocava con il Tottenham, spesso Marley era presente allo stadio a sostenere gli Spurs. Proprio giocando a calcio, il musicista scoprì casualmente la malattia che lo condusse alla morte, dopo aver notato una semplice ferita al piede che rappresentava un sintomo del tumore.
Bruce Springsteen e Bob Marley si conoscevano molto bene: il cantante giamaicano infatti aveva aperto alcuni concerti del collega statunitense. Una sera, nel 1975, Springsteen decise di andare a trovare Bob dopo una sua esibizione a New York. Il Boss dichiarò in seguito che l'incontro fu molto strano e che non aveva capito assolutamente nulla di quello che l'amico gli disse: nel camerino di Bob c'era infatti una fitta nebbia (immaginate da cosa derivava)!
No Woman, No Cry è una delle canzoni più celebri di Bob Marley. I diritti d'autore di questa canzone, tuttavia, non appartenevano al cantante giamaicano, ma furono intestati a Vincent Ford, amico di infanzia di Marley e proprietario di una mensa a Trenchtown, il ghetto di Kingston. Il locale di Ford era sul punto di fallire e i guadagni derivanti da No Woman, No Cry permisero a questo luogo di ristoro di sopravvivere. Tutto grazie al Re del Reggae.
Quando scrisse questa indimenticabile canzone, all'incirca nel 1979, a Marley era già stato diagnosticato il cancro che lo avrebbe condotto alla morte e lui era già consapevole del suo destino. Il testo di questa splendida canzone può essere interpretato infatti come il testamento artistico e spirituale dell'eterno Bob, come ha ipotizzato anche la moglie Rita Marley.